Bonifacio
Un gioiello mediterraneo
Molti la definiscono la Gibilterra corsa e qualsiasi descrizione si possa fare di questa famosa cittadina arroccata su bianche falesie di calcare, non potrà mai restituire il fascino che trasmette quando ti ritrovi immerso nelle sue viuzze. Difficile coglierla nella sua interezza, eppure un punto di osservazione speciale per vederla in tutto il suo splendore c’è ed è dal ponte di una nave: la vista più incantevole del mondo, un gioiello che brilla in fondo a un fiordo di pareti bianche, scolpite dal vento e dal mare.
Se state programmando una breve visita a Bonifacio, siete quindi già nel posto giusto. Affacciatevi e godetevi il panorama, a raccontarvi qualche piccolo segreto di questo luogo ci pensiamo noi!
Una colonia genovese
Non appena ci si tuffa al suo interno, nella parlata dei locali qualcosa ci suona familiare anche se è difficile capire cosa. A svelare il segreto potranno essere solo i genovesi, che nei suoni del dialetto corso non possono che riconoscere alcune parole derivate dalla loro parlata cantilenante. Frutto di un lungo periodo di dominazione della Superba città marinara, che iniziò nel 1187 quando – si racconta – i genovesi la sottrassero al marchese Bonifacio II di Toscana, signore di Lucca, approfittando del fatto che tutti i suoi abitanti fossero impegnati a brindare in un banchetto nunziale.
Bonifacio divenne residenza di molti coloni liguri, spinti a vivere qui dai notevoli vantaggi fiscali che la Repubblica promise loro per cacciare la popolazione autoctona e insediare usi e costumi genovesi.
La colonia fu minacciata per ben due volte nel corso della storia: la prima nel 1420 quando Papa Bonifacio VIII decise di imperio di assegnarla alla Spagna e diede quindi un ottimo pretesto ad Alfonso V d’Aragona per assediarla per mesi prima che i genovesi, chiamati rinforzi, riuscissero a liberarla definitivamente.
La Superba se la vide brutta anche cento anni dopo, nel 1553, ma questa volta a minacciare gli equilibri non fu un Papa ma un partigiano corso, Sampiero, che nel tentativo di liberare l’isola dal dominio genovese, chiamò in soccorso i francesi e il corsaro turco Dragut. Quella volta, alla Repubblica non andò benissimo, la città capitolò e la riebbero solo dopo il trattato di Cateau- Cambréis nel 1559; loro rimase fino al trattato di Versailles del 1768, che la assegnò definitivamente alla Francia.
Curiosità: Ulisse è stato a Bonifacio?
Ulisse era l’eroe greco che conquistò Troia, nascondendosi dentro il cavallo di legno, che fu poi trascinato dentro le mura dal nemico troiano.
Il poeta greco Omero, nell’epica storia dell’Odissea raccontò le sue tantissime avventure nel viaggio che lo riportò a Itaca, sua casa natale, navigando in giro per il Mediterraneo inesplorato. Un racconto di fantasia, sicuramente ispirato da tanti paurosi e stravaganti racconti di marinai dell’antichità al ritorno dalle loro esplorazioni dell’allora sconosciuto Mare Mediterraneo.
Per gli storici, cercare di individuare i luoghi in cui Omero ha ambientato le avventure di Ulisse è sempre stata una piacevole sfida e tra le località turistiche c’è sempre stata una corsa per rivendicare la paternità di alcune scene. Anche Bonifacio ha la sua e si narra che sia proprio qui che Ulisse e il suo equipaggio si scontrano con i lestrigoni, i giganti antropofagi che uccisero quasi tutti i componenti della sua flotta.
Bello ed ampio n’è il porto; eccelsi scogli
Cerchianlo d’ogni parte, e tra due punte,
Che sporgon fuori e ad incontrar si vanno,
S’apre un’angusta bocca (…)
(Odissea, Libro X)
Curiosità: Ulisse è stato a Bonifacio?
Ulisse era l’eroe greco che conquistò Troia, nascondendosi dentro il cavallo di legno, che fu poi trascinato dentro le mura dal nemico troiano.
Il poeta greco Omero, nell’epica storia dell’Odissea raccontò le sue tantissime avventure nel viaggio che lo riportò a Itaca, sua casa natale, navigando in giro per il Mediterraneo inesplorato. Un racconto di fantasia, sicuramente ispirato da tanti paurosi e stravaganti racconti di marinai dell’antichità al ritorno dalle loro esplorazioni dell’allora sconosciuto Mare Mediterraneo.
Per gli storici, cercare di individuare i luoghi in cui Omero ha ambientato le avventure di Ulisse è sempre stata una piacevole sfida e tra le località turistiche c’è sempre stata una corsa per rivendicare la paternità di alcune scene. Anche Bonifacio ha la sua e si narra che sia proprio qui che Ulisse e il suo equipaggio si scontrano con i lestrigoni, i giganti antropofagi che uccisero quasi tutti i componenti della sua flotta.
Bello ed ampio n’è il porto; eccelsi scogli
Cerchianlo d’ogni parte, e tra due punte,
Che sporgon fuori e ad incontrar si vanno,
S’apre un’angusta bocca (…)
(Odissea, Libro X)
Cosa vedere a Bonifacio: un itinerario a piedi tra i segreti della più affasciante città corsa
Di sicuro la cittadina di Bonifacio merita una pausa dalle meravigliose spiagge e arcipelaghi che la circondano per una visita, rigorosamente a piedi.
Partendo dal porto, ci sono due scale che salgono fino al punto più alto e panoramico di Bonifacio: la cittadella costruita dai genovesi. La prima si chiama Montée Saint-Roch e conduce fino alla Porte de Gênes, passando davanti alla piccola Chapelle Saint-Roch, dove morì l’ultima vittima della peste del 1528. In questa zona si trova anche la Eglise Saint Erasme, dedicata al santo patrono dei pescatori.
La porta di Genova è dotata di ponte levatoio e per lunghissimo tempo rimase l’unico accesso alla cittadella, fino al 1854 quando venne costruita anche la Porte de France. Qui, il Bastion de l’Etendard è visitabile al suo interno e ospita il Mémorial du Passé Bonifacien che ci trasporta direttamente nel 1553, durante l’assedio dei francesi e dei turchi, epoca in cui fu costruita la fortificazione. Alla fine della visita potrete ammirare una spettacolare vista sulle Bocche di Bonifacio dalle due piazze sottostanti il bastione: Place du Marchè e Place de la Manichella.
Ed eccoci catapultati nella cittadella, attraversata dalla sua arteria principale: rue des Deux Empereurs. Se vi state chiedendo il perché di questo stravagante nome, eccovi serviti: qui vi soggiornarono sia Carlo V sia Napoleone, rispettivamente nel 1541 per la spedizione ad Algeri e nel 1793. Le stanze che li ospitarono esistono ancora ai civici 4 e 7 ma non sono visitabili e traccia del loro passaggio rimane solo grazie a due targhe affisse in ricordo di quei giorni.
L’edificio più antico della città ha paternità pisana, ai tempi della fondazione di Bonifacio quando ancora i genovesi non avevano messo mano sulla piccola cittadina corsa. Si tratta dell’Eglise Saint Marie Majeure, aperta al pubblico per una breve visita e un tuffo nel passato della città, quando i nobili si riunivano sotto le arcate della sua bella loggia.
Il problema dell’approvvigionamento idrico per i corsi è sempre stato un grattacapo, a testimonianza troverete, di fronte alla chiesa, una cisterna comunale, costruita per immagazzinare l’acqua piovana, ma non solo: anche la Scala del Re D’Aragona ha molto a che fare con questa storia. La leggenda narra che fu costruita in una notte sola dalle truppe spagnole durante l’assedio del 1420, ma molti ritengono che sia più verosimile che sia stata creata per accedere a una fonte di acqua scoperta dai frati francescani. La scala è quanto di più affascinante sia possa trovare sull’isola ed è uno dei luoghi più instagrammati di Bonifacio, si può visitare negli orari di apertura al pubblico, pagando un biglietto per l’ingresso.
Il percorso attraverso la scoperta di questa incantevole cittadina non finisce qui e spostandosi verso Ovest sono due le cose che non potete perdere, la Eglise Saint Dominique, uno dei rari edifici in stile gotico dell’isola e il Cimitero marino, fuori da ogni itinerario tradizionale, dove candide costruzioni giacciono a picco sul mare, silenziose e solenni. Un luogo dove godere di un panorama mozzafiato e di una quiete irreale.
Tornando verso la città si passa davanti al monumento commemorativo delle 695 vittime del naufragio della Semillante, fregata francese impegnata nella guerra di Crimea del 1855, che qui affondò schiantandosi sugli scogli a Ovest di Lavezzi, sorpresa da una tempesta mentre trasportava le truppe francesi a Odessa.
La vostra visita alla magnifica Bonifacio si conclude qui, ma per chi ha ancora qualche energia da spendere ecco un’ultima chicca: percorrete il camminamento di ronda che segue le antiche fortificazioni, qui troverete scorci fantastici sul fiordo e sulle bellissime spiagge bonifaccine.
Il percorso attraverso la scoperta di questa incantevole cittadina non finisce qui e spostandosi verso Ovest sono due le cose che non potete perdere, la Eglise Saint Dominique, uno dei rari edifici in stile gotico dell’isola e il Cimitero marino, fuori da ogni itinerario tradizionale, dove candide costruzioni giacciono a picco sul mare, silenziose e solenni. Un luogo dove godere di un panorama mozzafiato e di una quiete irreale.
Tornando verso la città si passa davanti al monumento commemorativo delle 695 vittime del naufragio della Semillante, fregata francese impegnata nella guerra di Crimea del 1855, che qui affondò schiantandosi sugli scogli a Ovest di Lavezzi, sorpresa da una tempesta mentre trasportava le truppe francesi a Odessa.
La vostra visita alla magnifica Bonifacio si conclude qui, ma per chi ha ancora qualche energia da spendere ecco un’ultima chicca: percorrete il camminamento di ronda che segue le antiche fortificazioni, qui troverete scorci fantastici sul fiordo e sulle bellissime spiagge bonifaccine.
Intorno a Bonifacio
Questo tratto di mare è uno dei più belli e ricercati luoghi del Mediterraneo, se dopo aver esplorato ogni suo angolo nascosto avete ancora tempo, energie e risorse per una gita fuori porta e state cercando un’agenzia che vi organizzi un tour, sul molo del porticciolo avrete l’imbarazzo della scelta.
Le proposte sono standard e molto simili tra loro, due gli itinerari più gettonati: il primo dura circa un’ora e comprende il fiordo, il faro della Madonnetta, la grotta di Sdragonato e il calanco di Fazzio, mentre il secondo punta dritto verso le isole dell’arcipelago di Lavezzi, dove è possibile passare anche l’intera giornata. Il tragitto di rientro, leggermente più lungo dell’andata, costeggia Ile Cavallo, Cap Sperone, la grotta di Sdragonato, qualche calanco e falesia per una conclusione degna di nota!
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